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Una favola dalle mille trame...

Ci rifacciamo ad un’antica benedizione di famiglia: “Chiunque sia sveglio alla fine di una notte di storie, sicuramente diventerà la persona più saggia del mondo. Così sia per voi. Così sia per tutti noi”.

Fa parte della nostra tradizione raccontare storie mentre si attende alle fatiche quotidiane. Alle domande esistenziali, specie se riguardano questioni del cuore e dell’anima, si risponde il più delle volte narrando una favola o una serie di racconti. Per noi una storia è come una persona viva e cara. Perciò, come è un piacere ritrovarsi a tavola con un amico che si unisce alla conversazione, così è bello pensare che una certa storia ne richiami un’altra, la quale a sua volta ne evochi una terza e talvolta parecchie ancora. Così la risposta ad un’unica domanda ha la lunghezza di tante storie messe in fila. E tante storie messe in fila forniscono una risposta a quello che non può morire… Non sono le storie a mancare, quanto piuttosto gli esseri umani ricchi di tanto sentimento da poterle raccontare. Tra questi, coloro che incarnano le nostre origini. Come la nonna che radunava attorno a sé le giovinette per insegnare loro a ricamare e diceva a gran voce: “Ascoltate come canta bene la mia bambina…“.

Si riferiva alla mia mamma che, sollecitata sin da piccola a “intessere“ racconti e poesie, è diventata raccoglitrice di splendidi oggetti di antiquariato e fonte di ispirazione per me e le mie amiche a quel tempo ragazzine. Noi eravamo ancora intente a giocare con le bambole, divertendoci a confezionare abitini, borsette e collanine e mia madre già ci “sfidava”. Voleva capire se stavamo acquisendo la capacità di creare nuove storie. Ebbene, le nostre fatiche creative, stimolate a puntino hanno dato vita a nuovi racconti che non fanno intristire e non lasceranno mai soli coloro che sono animati da tanto sentimento. Le nostre storie si raccontano sotto forma di manufatti e creazioni di stoffa, pellame, coralli e passamanerie. Storie tutte civettuole a volte irriverenti e scherzose. Non bisogna infatti lasciar morire quell’appiglio creativo che è risorsa primaria del nostro fare e ci induce a “scrivere“ infinite storie. Alla fine ci obbliga a vivere…

Un sincero ringraziamento va a Laura Tremolada che dopo aver ascoltato la storia della mia famiglia, ha scritto questa poetica introduzione cogliendo il sentimento che anima il lavoro di La Boutique Arte e Meraviglie.

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